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Nel Cor Gentile della nuova sera
io son l’ombra che sfugge al destino.
Ricorda la fiamma in sol divino,
l’urlo muto, e l’essenza s’invera.
Dove con l’eco dei tempi dimora,
e dalle soglie del nostro giardino,
da arcangelo o da cherubino,
vi giunge ormai la voce finora.
S’ode il battito d’un’altra rima,
così dal nulla la mente discende,
per il perduto che torna a riva.
Nell’etre oscur cantami, o Diva.
Della luce noi siamo le leggende,
come le stelle ancor più di prima.
Altieide
18/06/2025
Nel Cor Gentile della nuova sera
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